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Come stiamo perdendo il sogno della liquidazione?

Alessio Babic

28 febbraio 2024

Protezione del patrimonio

I fattori più rilevanti che, nel mercato del lavoro odierno, determinano l'erosione della liquidazione per un dipendente

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Trieste, 28/02/2024


Per molti dipendenti la liquidazione rappresenta il grande sogno di fine carriera, il tesoretto con cui realizzare tutti i desideri non realizzati negli anni. Affidarsi ai racconti dei genitori e dei nonni che con la liquidazione hanno comprato la casa perfetta, l'auto tanto desiderata, fatto il viaggio da sogno tanto atteso o hanno potuto lasciare un'eredità dignitosa ai propri figli, nel mercato del lavoro di oggi potrebbe non essere la decisione più felice e sicura.

Come mai? Quali sono i fattori di rischio da considerare e che potrebbero farci bruciare una parte o tutta la nostra futura liquidazione?


  1. Continui cambi di lavoro;
  2. Aziende soggette a fallimento;
  3. Tassazione del Trattamento di Fine Rapporto.


Analizziamo i punti uno ad uno e vediamo che effetto producono sulla futura liquidazione di un dipendente, qualsiasi sia la sua posizione in azienda e qualsiasi sia il reddito percepito.


1. Continui cambi di lavoro


E' evidente a tutti che il mondo del lavoro odierno sia estremamente più dinamico rispetto agli scorsi decenni.

Vent'anni fa era molto consueto trovare persone che avevano lavorato nella stessa azienda per tutta la vita.

Oggi? Sono una rarità.

Ogni volta che un rapporto di lavoro si risolve, per i motivi più svariati, viene erogata al dipendente anche la sua quota di liquidazione maturata fino a quel momento. Questo cosa comporta in termini pratici e di vita reale?

Se un dipendente ha avuto un contratto di pochi anni, riceverà una "mini" liquidazione di poche migliaia di euro che verosimilmente terrà sul conto corrente. E la spenderà. Senza nemmeno accorgersene.

Quella piccola porzione di liquidazione avrebbe potuto contribuire, in tutta la vita lavorativa, a creare il tanto sognato "tesoretto" della liquidazione a fine carriera. Bastava metterla da parte. Ma non ci si pensa.

Sembrano pochi soldi in quel momento e non degni di nota nel lungo termine.

Questo deve essere chiaro, soprattutto ai giovani, che hanno ogni anno di più la tendenza a cambiare frequentemente lavoro. Devono sapere cosa stanno spendendo e a quale costo.


2. Aziende soggette a fallimento


Non è di certo una novità. Le aziende possono fallire. Anche quelle a cui siamo affezionati, in cui lavoriamo da anni e che hanno quel titolare così gentile e attento alle esigenze dei dipendenti.

Tutti possono fallire. Anche gli Stati. E lo abbiamo visto negli ultimi decenni.

Avere la romantica visione che senza dubbio l'azienda in cui lavoriamo e che ci paga lo stipendio sia immune dalle dinamiche del mercato è un rischio che forse non si comprende fino in fondo.

Un dipendente potrebbe essere portato a pensare che rimanere disoccupato sia la peggiore delle pene in caso di fallimento del suo datore di lavoro. Certo, non sarebbe una cosa facile, ma il peggio dovrebbe ancora arrivare.

In un mercato del lavoro come quello odierno, probabilmente un giovane con voglia di fare non avrebbe grossi problemi a trovare un rimpiazzo (anche momentaneo, per tirare avanti in attesa del posto di lavoro desiderato).

Così come un dipendente con grande esperienza e molto specializzato nel suo campo, non dovrebbe trovarsi a lungo senza un'entrata fissa.

E allora? Dove risiede il rischio? Purtroppo non tutti sanno che il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che rappresenta il grosso della futura liquidazione, si trova sul conto corrente del datore di lavoro.

La conseguenza pratica di questo è che se un'azienda si trova in difficoltà ha tutto il diritto di usare quei soldi (di fatto soldi del dipendente), senza farlo sapere al lavoratore. E soprattutto in caso di fallimento la probabilità di rivedere la liquidazione o parte di essa è molto bassa e richiederà come minimo un'azione legale (che costa tempo e denaro) e di essere in cima alla lista dei creditori totali.


3. Tassazione del TFR


La vita non è fatta solo di rischi ed imprevisti, ma anche di certezze.

Un dipendente ha da parte tutta la sua liquidazione in azienda, che è sana e gli verserà quanto spettante.

Fantastico! Forse no.

Ipotizzando, per semplicità, che questo dipendente vada in pensione, abbia lavorato tutta la vita presso lo stesso datore di lavoro e quindi debba ricevere tutta la liquidazione in un'unica soluzione a fine carriera.

Facciamo l'esempio di 100.000€ di liquidazione, il tanto sognato tesoretto.

L'azienda liquida i 100.000€ ma ne arrivano sul conto del dipendente 68.500€.

Cosa può essere successo? Tasse.

Sul TFR liquidato dall'azienda, nel passaggio fra i conti del datore di lavoro e quelli del dipendente, lo Stato ci mette lo zampino e trattiene l'aliquota media IRPEF sui redditi individuali del soggetto.

Facendo un media italiana, nell'esempio le tasse pagate risultano essere del 31,5%. Tanto? Poco? Non è questo il punto. E' così. E bisogna essere consapevoli di questo.

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Tirando le somme.

Bisogna rassegnarsi all'inevitabile e sperare che vada tutto per il meglio?

Bisogna pregare che la nostra azienda sia sana e di non spendere la liquidazione prima del tempo?

No.

Esiste un modo tanto semplice quanto efficace per ovviare a queste tre situazioni molto comuni.

Se un dipendente decide di versare il proprio TFR in un Fondo Pensione automaticamente otterrà i seguenti vantaggi:


  • In caso di cambio lavoro quella porzione di liquidazione rimarrà nel fondo e non sarà liquidata ogni volta, evitando che venga tassata e spesa;


  • In caso d fallimento del datore di lavoro quei soldi saranno al sicuro e non potranno nemmeno essere preventivamente spesi dall'azienda;


  • La tassazione, al momento della liquidazione, passerà dal 31,5% (media Irpef Italia) al 15% (per arrivare al 9% facendolo per tempo) risparmiando di fatto fino a 22.500€.


Ci sono altri vantaggi fiscali che esulando da questo articolo, ma meritano un approfondimento con un professionista.

Quindi, essere consapevoli dei rischi che corre la nostra liquidazione e sapere che esiste un semplice e rapida soluzione a queste situazioni potenzialmente dannose potrebbe salvare il nostri sogni e desideri da realizzare durante la meritata pensione.


D'altronde se mettiamo sulla bilancia rischi certi e potenziali e dall'altra parte benefici certi, la scelta dovrebbe risultare quanto mai ovvia.


Alessio Babic - Consulente Finanziario


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